3340 metri di meraviglia, l'Etna: stupore e bellezza.
Da Randazzo a Nicolosi, dal versante Nord a quello Sud-Est - fra terreni dal prezzo stellare, sempre nuove cantine, palmenti ristrutturati e grandi firme del panorama vitivinicolo, sicule e non – l'Etna regala panorami lunari: colori compatti, condizioni pedoclimatiche singolari e, in buona sostanza, vini unici. Perché?
Suoli giovani e vigne vecchie
Dal punto di vista geologico, i suoli, di origine vulcanica, sono neonati: ad ogni eruzione la cenere si deposita - nel tempo, delicatamente - sul terreno, rinnovandone la fertilità. Una sorta di Benjamin Button della geologia (se Scott Fitzgerald avesse assaggiato, avrebbe certo avuto cura di non prendersela a male per l'analogia).
Rilevante altitudine: significa maggiore esposizione al sole, che si traduce in maturazione dei tannini (per i rossi); ed escursioni termiche vertiginose, che favoriscono la maturazione aromatica nei bianchi.
I vigneti, abbracciati da teatrali terrazzamenti di pietra lavica sono spesso centenari, a piede franco, pre-fillossera. Queste piante raggiungono un livello qualitativo a cui – a quanto pare – un vigneto figlio di portainnesti non può aspirare. Vigneti che sono dei vecchi saggi dal volto scavato e contorto che regalano perle di saggezza.
Geografia di una star
L'Etna è stata denominata "la Borgogna d'Italia": per il suoi rossi scarichi (come lo è il Pinot noir), dal legno non invadente, eleganti; e i bianchi di grande finezza e che si prestano all'invecchiamento. "Se Bordeaux è per gli aristotelici, la Borgogna è per i platonici", usa dire Marco de Grazia (Tenuta delle Terre Nere), uno dei tre grandi pionieri dell'Etna. Lo spiega meglio facendo riferimento alla "Scuola di Atene" di Raffaello, dove Aristotele stende la mano dinnanzi a sé e Platone verso l'alto: i vini di Borgogna – e dell'Etna – sono meno empirici e più empirei, insomma, ti lasciano toccare il cielo con un dito.
Le zone coltivate riguardano i versanti da Nord a Sud-Est, tutt'intorno "a'muntagna". Nord. L'areale che va idealmente dal comune di Linguaglossa al comune di Randazzo è palcoscenico dei rossi: Nerello mascalese e Nerello cappuccio. Ma anche Alicante e Pinot Nero. Maturazione tardiva, come un Nebbiolo: vigorosi, resistenti, queste viti sfidano il tempo, tradendo tutto ciò che ci insegnarono dagli anni 90': la vita di un vigneto non si esaurisce dopo 25 anni.
Il versante Est del Vulcano - nella zona che va dal comune di Milo fino a Zafferana Etnea - è invece terra di bianchi: Carricante, Minnella. Straordinario potenziale di affinamento, finezza aromatica. Dà vita a vini citrigni, di grande tensione, freschezza.
I vini dell'Etna sono intransigenti, austeri, immortali. Potreste abbinarli anche a niente. Condurranno la conversazione da soli. Sarà racconto elegante, fine, persuasivo. Palato avvolgente, tannino fitto, i rossi racchiudono tutte le età della vita; sorsi dinamici, profondi, taglienti, i bianchi sono donne silenziose dagli occhi furbi.